Il latino nell'inglese moderno

Il latino nell'inglese moderno

È abbastanza risaputo che l’inglese e il latino siano “parenti stretti”. Tullio De Mauro ha addirittura definito l’inglese come “la più latinizzata e neo-latinizzata lingua del mondo non neolatino”.
La presenza romana nelle terre del nord Europa infatti ha lasciato un segno indelebile, favorendo la fusione della lingue germaniche preesistenti in quei territori con il latino e/o i suoi derivati diretti (come le lingue D’Oil).

Mentre la sintassi dell’inglese è tipicamente anglosassone (anche se la rigida struttura soggetto-verbo-complemento diretto può avere varie “sfumature”), dal punto di vista lessicale la “contaminazione” è particolarmente evidente: molte parole derivano direttamente e indirettamente (tramite le lingue D’Oil – Francese, Normanno e Norreno, introdotte con la conquista Normanna) dal Latino.
Secondo varie stime effettuate la percentuale si aggirerebbe intorno al 60%, anche se va detto che il 57% delle 1000 parole più comuni ha origini germaniche.

Non tutti però sanno che, dopo l’italiano, l’inglese è la lingua che maggiormente, nel corso della sua storia, ha sfruttato il latino per il recupero di alcune parole e la creazione di nuove, tanto da indurre alcuni linguisti a coniare il termine xeno latinismi per indicare le parole formate con “materiali” latini in lingue diverse dall’italiano e passate poi all’italiano sotto forma di prestiti, ovvero latinismi indiretti.

Mass Media, Summit, Tutor, Audit, Forum, Sponsor, Auditorium sono tutte parole rientrate a far parte della nostra lingua attraverso la mediazione dell’inglese. Ciò pone almeno un paio di problemi nella loro gestione linguistica, problemi che sono ancora oggi argomento di discussione tra i più autorevoli linguisti.

La pronuncia: anche se indiretti, risultano sempre essere latinismi e come tali devono essere trattati. Per questi termini è pertanto preferibile utilizzare la pronuncia latina. Il caso forse più controverso riguarda la parola TUTOR, che in italiano, nella forma TUTORE, ha un significato, mentre nella forma TUTOR mediata dall’inglese ne assume uno differente.
Questo potrebbe portare a considerare la parola come un “anglicismo” e mantenere quindi anche la pronuncia inglese.
In ogni caso, nel dubbio, è meglio privilegiare la pronuncia latina.

Il plurale: queste parole fanno parte ormai della nostra lingua, quindi, come per gli anglicismi ormai stabilizzati, devono essere considerate invariabili. È preferibile quindi evitare il plurale, sia inglese (mediante l’aggiunta della “s”) che latino nella forma declinata al nominativo plurale.
Unica eccezione il termine Mass Media che, essendo plurale, non accetta la forma al singolare.
D’altra parte l’indeclinabilità di tali parole trova già riscontro nella lingua parlata, almeno per alcune di esse: chi utilizzerebbe “Sponsori” piuttosto che “Forumi”?

Queste sono soltanto alcune delle indicazioni che trovano il riscontro maggiore tra gli studiosi.
Non tutti infatti concordano con queste teorie che, pertanto, non risultano (ancora) essere una regola definitiva. Il comportamento più corretto è quindi quello della coerenza: una volta “scelto” lo stile che si preferisce, lo si deve adottare sempre.

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