I 7 vizi capitali delle agenzie di traduzione

I 7 vizi capitali delle agenzie di traduzione

Nonostante a qualcuno (non addetto ai lavori) possa sembrare incredibile, il mondo delle traduzioni è una vera e propria giungla e come tutti gli animali che vi abitano, i traduttori, specialmente quelli freelance, ogni mattina si svegliano sapendo che dovranno combattere e tenere “le orecchie ritte” se non vogliono finire in pasto a qualche sciacallo!

Se è vero, infatti, che le varie agenzie di traduzione si devono difendere e tutelare da certi traduttori adottando una serie di comportamenti che garantiscano lealtà e correttezza (vedi ns. articolo I 10 comandamenti del traduttore), è altrettanto vero che non tutte fanno il possibile per collaborare al meglio con essi, ma cercano, in vari modi, di trarre il maggior beneficio possibile, approfittando di situazioni e necessità varie di chi non può fare a meno di accettare un lavoro, per necessità o per entrare “a far parte del giro”.
Ovviamente le più inclini a questi comportamenti (ma non necessariamente) sono le piccole realtà che, esattamente come molti traduttori, devono barcamenarsi per tirare avanti, rischiando in questo modo di farsi terra bruciata intorno, inserendo il proprio nome nella lista virtuale dei contatti da evitare.

Il panorama appare così abbastanza delineato: in superficie, alla luce del sole, ci sono le grandi agenzie e case editoriali, luoghi (relativamente) sicuri, ai quali si approda solitamente dopo una buona gavetta, sogno proibito di chi vuol fare il traduttore di professione; al di sotto c’è tutto un mondo sommerso che sviluppa tutte le sue molteplici diramazioni nel labirinto, bellissimo quanto pericoloso, della rete. Qui è possibile trovare di tutto, nel bene o nel male, grazie alla copertura dell’anonimato che rende i belli creature mostruose e i brutti degli adoni.
È chiaro che l’inganno dura poco; se non si ha capacità si viene smascherati in poco tempo e ciò vale sia per gli uni che per gli altri.

Dopo aver individuato il profilo ideale del traduttore andiamo quindi a indicare quelli che, secondo la nostra esperienza, sono i principali comportamenti che dovrebbero far capire al traduttore che si trova di fronte un’agenzia poco affidabile o per lo meno poco professionale:

  1. Fare aste al ribasso mandando la stessa richiesta di preventivo a più traduttori. L’agenzia che adotta questo sistema pensa solamente al guadagno del singolo lavoro senza creare una rete seria e fidata di collaboratori, in modo da garantire una buona qualità del prodotto fornito.
     
  2. Chiedere sconti per traduzioni corte. Soprattutto in un paese come l’Italia in cui le tariffe dei traduttori sono mediamente molto basse, è scorretto chiedere riduzioni per traduzioni di testi brevi. La richiesta di uno sconto, in questi casi, diventa spesso un ricatto velato da parte dell’agenzia: il traduttore accetta per il timore di perdere la collaborazione anche se, così facendo, riduce all’osso un guadagno già minimo. Ci sembra ragionevole chiedere sconti solo per traduzioni superiori alle 50 cartelle (12.000 parole circa).
     
  3. PRETENDERE che i traduttori lavorino i fine settimana. Fermo restando che in casi particolari l’agenzia può chiedere al traduttore di fare gli “straordinari”, questa disponibilità non deve però mai essere data per scontata e, soprattutto, deve essere remunerata con un aumento della tariffa base applicata dal traduttore.
     
  4. Non confermare la ricezione dei lavori inviati dal traduttore. Adottare l’abitudine opposta, oltre ad essere un gesto di educazione e rispetto da parte dell’agenzia, è un modo per il traduttore di avere la certezza che il suo lavoro è stato ricevuto correttamente.
     
  5. Richiedere continuamente aggiornamenti sul lavoro in corso. Il traduttore, accettando un lavoro, approva il termine entro il quale deve consegnarlo; eventualmente deve essere cura dell’agenzia stabilire eventuali penali per mancata consegna da proporre al traduttore prima della sua accettazione. Inoltre, tartassare il traduttore con queste richieste, lo innervosisce, lo rallenta e pregiudica il buon esito del suo lavoro.
     
  6. Non dar modo al traduttore di controbattere a eventuali critiche fatte dal cliente finale. L’agenzia deve collaborare con traduttori di cui si fida; in caso di controversia, quindi, non dovrà a priori accettare come valide le riserve del cliente, ma dovrà dare ai traduttori la possibilità di spiegare le loro scelte linguistiche.
     
  7. Pagare in ritardo i traduttori o non pagarli affatto. Purtroppo succede non di rado che i termini di pagamento, specialmente con collaboratori occasionali, slittino anche di molto. In alcuni casi addirittura vengono trovate le più svariate scuse per ritardare un pagamento che non verrà mai fatto. Chiaramente questo è il segno più evidente di poca serietà da parte di un’agenzia. Se poi viene ritardato il pagamento alla prima collaborazione, in futuro la situazione non cambierà certamente in meglio!
    A tal proposito consigliamo i traduttori di far redigere all’agenzia un ordine d’acquisto, soprattutto se si tratta di una prima collaborazione. L’ordine d’acquisto potrà essere usato dal traduttore in sede legale per rivendicare il compenso dovuto.

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